È a dir poco surreale che nel mezzo di una guerra, con i poli che si surriscaldano e una pandemia che non passa, perdiamo così tanto tempo a parlare di uno schiaffo. Ci riferiamo, ovviamente, allo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la serata degli Oscar, memificato e consumato nel giro di ventiquattr’ore. Ma è ancora più surreale che quello schiaffo sia stato - spontaneo o meno che fosse - il punto apicale di un evento che una volta avrebbe avuto molto altro da dire. Più che della salute di Will Smith, il fattaccio è indicativo della salute degli Oscar. Come ha fatto un evento che un tempo era uno spiraglio aperto sull’olimpo del cinema a ridursi così? Sugli Academy Award pesano almeno tre fenomeni convergenti. Il primo è la fine del primato americano nell’entertainment. Negli ultimi anni, complici le piattaforme di video on demand, abbiamo visto salire alla ribalta talenti da ogni parte del mondo, serie e film in moltissime lingue diverse, studios che non si chiamano Hollywood. Poi, la fine del primato del cinema tra le forme di entertainment: schiacciato dalle suddette piattaforme e dalla crisi del COVID, il grande schermo vive una crisi di identità oltre che di incassi, costretto a barcamenarsi tra i puristi della qualità audio/video e i film di supereroi che ancora fanno botteghino. Ma nel frattempo sono le serie a portare i grandi numeri, quelle che ci guardiamo sul divano. Infine, le celebrità . Il vero cuore degli Oscar. Se una volta erano inafferrabili e quindi desiderate, l’epoca dei social media ne ha trasformato il ruolo, rendendole più simili a tutti noi e quindi, tutto sommato, meno affascinanti, più terrene. Il colpo di grazia l’ha dato il lockdown, quando le star si sono collegate al mondo dai loro smisurati salotti, e le abbiamo viste per quello che sono. Una tempesta perfetta, in poche parole. Che non riguarda solo gli Oscar: se gli ascolti dell’Academy sono in picchiata da diversi anni, non va meglio per gli Emmy o per i Grammy. In generale, l’idea di una premiazione centralizzata, in cui una giuria decide per tutti, sembra poco allineata con il mondo in cui viviamo. Eppure, al fascino degli Oscar non vogliamo rinunciare. Come potrebbero cambiare? Oppure, cosa prenderà il loro posto?
Il Bernoccolo #148 🎤 Schiaffo agli Oscar
Il Bernoccolo #148 🎤 Schiaffo agli Oscar
Il Bernoccolo #148 🎤 Schiaffo agli Oscar
È a dir poco surreale che nel mezzo di una guerra, con i poli che si surriscaldano e una pandemia che non passa, perdiamo così tanto tempo a parlare di uno schiaffo. Ci riferiamo, ovviamente, allo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la serata degli Oscar, memificato e consumato nel giro di ventiquattr’ore. Ma è ancora più surreale che quello schiaffo sia stato - spontaneo o meno che fosse - il punto apicale di un evento che una volta avrebbe avuto molto altro da dire. Più che della salute di Will Smith, il fattaccio è indicativo della salute degli Oscar. Come ha fatto un evento che un tempo era uno spiraglio aperto sull’olimpo del cinema a ridursi così? Sugli Academy Award pesano almeno tre fenomeni convergenti. Il primo è la fine del primato americano nell’entertainment. Negli ultimi anni, complici le piattaforme di video on demand, abbiamo visto salire alla ribalta talenti da ogni parte del mondo, serie e film in moltissime lingue diverse, studios che non si chiamano Hollywood. Poi, la fine del primato del cinema tra le forme di entertainment: schiacciato dalle suddette piattaforme e dalla crisi del COVID, il grande schermo vive una crisi di identità oltre che di incassi, costretto a barcamenarsi tra i puristi della qualità audio/video e i film di supereroi che ancora fanno botteghino. Ma nel frattempo sono le serie a portare i grandi numeri, quelle che ci guardiamo sul divano. Infine, le celebrità . Il vero cuore degli Oscar. Se una volta erano inafferrabili e quindi desiderate, l’epoca dei social media ne ha trasformato il ruolo, rendendole più simili a tutti noi e quindi, tutto sommato, meno affascinanti, più terrene. Il colpo di grazia l’ha dato il lockdown, quando le star si sono collegate al mondo dai loro smisurati salotti, e le abbiamo viste per quello che sono. Una tempesta perfetta, in poche parole. Che non riguarda solo gli Oscar: se gli ascolti dell’Academy sono in picchiata da diversi anni, non va meglio per gli Emmy o per i Grammy. In generale, l’idea di una premiazione centralizzata, in cui una giuria decide per tutti, sembra poco allineata con il mondo in cui viviamo. Eppure, al fascino degli Oscar non vogliamo rinunciare. Come potrebbero cambiare? Oppure, cosa prenderà il loro posto?