Il Bernoccolo #205 🎤 L’era degli smartphone è davvero finita?
Sono passati diciassette anni da quando Steve Jobs, in uno dei keynote più celebri e condivisi di sempre, presentò al mondo il primo iPhone, l’oggetto che - usando le parole di Apple - avrebbe reinventato il telefono. Si può discutere del fatto che sia stato il primo vero smartphone, ma senz’altro è l’oggetto che ha creato l’idea di smartphone per come la conosciamo oggi.
Diciassette anni dopo, nel mondo ci sono circa 7 miliardi di smartphone, anche nelle zone più povere o remote del mondo.
Eppure quel device, un tempo miracoloso, oggi non ci piace più.
Intanto perché ha smesso di catturare la nostra immaginazione. Negli anni, la competizione e l’ottimizzazione hanno portato a sviluppare prodotti praticamente identici, con pochi tentativi di innovazione, tutto sommato irrilevanti.
Il secondo problema, più profondo, è la relazione che abbiamo con questo strumento: sappiamo di usarlo troppo, sappiamo che ci fa male, sappiamo che ci allontana dagli altri e che provoca dipendenza. L’immagine di una persona con la testa china a guardare lo schermo ci fa subito pensare al disagio.
E allora? Be’ ci sono due strade: una che va avanti, e una che va indietro.
Andare in avanti vuol dire sviluppare nuovi prodotti che cambino il nostro sistema di interazione con le informazioni, usando più tecnologia ma in modo diverso. In teoria un bel piano, in pratica un campo minato. Ci ha provato Humane, società con fondatori provenienti da Apple, che ha lanciato il suo “AI pin”: una spilletta intelligente che ascolta e proietta informazioni sul palmo della mano. L’accoglienza è stata entusiasta, finché le persone non hanno potuto provarla davvero. Diciamo che parlare di un flop sarebbe un eufemismo: la Humane Pin praticamente non funziona. E se non vi convince il minimalismo AI, c’è il massimalismo del Vision Pro, che invece lo schermo ve lo incolla praticamente sugli occhi. Qui le prime reazioni sono state buone, ma è difficile immaginarne 7 miliardi in giro per il mondo.
Andare indietro, invece, vuol dire accontentarsi di meno tecnologia. È il fenomeno dei “dumb phone”, ovvero dei telefoni che fanno meno cose, proprio come diciassette anni fa. Incredibilmente, è proprio la Gen Z a fare da traino a questo movimento: la risposta quindi non è inventare di più, ma consumare di meno.
In tutto questo lo smartphone, sebbene odiato e vituperato, resiste. Perché per quanto sia pieno di problemi, sembra essere ancora il modo più pratico per accedere all’oceano di informazioni che abbiamo creato. Chissà, forse per uscire da questa impasse servirebbe Steve Jobs.
🎶 La musica di questa puntata è It’s not too late di T Bone Burnett
Benvenuti alla puntata numero 205 de “Il Bernoccolo”, il podcast che parla di comunicazione, tecnologia e cultura nel mondo post-digitale. Questa puntata è stata registrata il 18 aprile 2024.
Con Andrea Ciulu e Pasquale Borriello.
Video Podcast
Il video della puntata sarà pubblicato il 5 marzo sulla pagina Linkedin di Arkage https://www.linkedin.com/company/arkage
Trovi l’archivio video su Youtube https://www.youtube.com/@ilbernoccolo