Sei mesi fa, Mark Zuckerberg ha aperto al mondo - si fa per dire - le porte del metaverso, trasformando Facebook in Meta. Dopo appena tre mesi, a seguito di un rovinoso crollo in borsa da cui il titolo non si è ancora ripreso, Mark ha chiesto ai suoi di concentrarsi piuttosto sul video. Un clamoroso passo indietro? Proprio adesso che anche vostro cugino parla di metaverso? In effetti, i mesi che sono seguiti sono stati piuttosto silenziosi. Mentre la parola metaverso appariva ovunque, proprio la compagnia che si chiama Meta è scomparsa dai titoli di giornale. Zuckerberg in effetti ha recentemente annunciato una riduzione degli investimenti nel metaverso rispetto a quanto previsto a Ottobre scorso, anche alla luce della contrazione del business e all’ansia degli investitori. Il lavoro per portarci in un mondo virtuale, però, non si è fermato. Meta continua a lavorare a nuovi visori sia per la realtà virtuale che per la realtà aumentata. I Meta Reality Labs studiano nuove soluzioni per integrare il metaverso nella nostra vita quotidiana. Le property di Meta iniziano a integrare NFT delle principali piattaforme, e in California apre il primo negozio fisico firmato Meta. Quello che sembra essere cambiato è il passo dell’innovazione. Sin dall’inizio, Zuckerberg ha detto che il metaverso è una scommessa di lungo periodo. Un orizzonte che gli è poco familiare, e in cui non siamo abituati a vederlo muoversi. Il suo motto “Move fast and break things” è stato reinterpretato per Meta in “Move fast with stable infrastructure”, che di sicuro è meno musicale ma che lascia intendere una maggiore maturità. Costruire una nuova realtà richiede pensiero e non solo capacità di reazione: forse Mark ha imparato la lezione da Facebook? Forse siamo anche noi, innamorati del “move fast” a non doverci aspettare una notizia ogni mese: alla meta si arriva un passo alla volta.
Il Bernoccolo #155 🎤 Che fine ha fatto Meta?
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Sei mesi fa, Mark Zuckerberg ha aperto al mondo - si fa per dire - le porte del metaverso, trasformando Facebook in Meta. Dopo appena tre mesi, a seguito di un rovinoso crollo in borsa da cui il titolo non si è ancora ripreso, Mark ha chiesto ai suoi di concentrarsi piuttosto sul video. Un clamoroso passo indietro? Proprio adesso che anche vostro cugino parla di metaverso? In effetti, i mesi che sono seguiti sono stati piuttosto silenziosi. Mentre la parola metaverso appariva ovunque, proprio la compagnia che si chiama Meta è scomparsa dai titoli di giornale. Zuckerberg in effetti ha recentemente annunciato una riduzione degli investimenti nel metaverso rispetto a quanto previsto a Ottobre scorso, anche alla luce della contrazione del business e all’ansia degli investitori. Il lavoro per portarci in un mondo virtuale, però, non si è fermato. Meta continua a lavorare a nuovi visori sia per la realtà virtuale che per la realtà aumentata. I Meta Reality Labs studiano nuove soluzioni per integrare il metaverso nella nostra vita quotidiana. Le property di Meta iniziano a integrare NFT delle principali piattaforme, e in California apre il primo negozio fisico firmato Meta. Quello che sembra essere cambiato è il passo dell’innovazione. Sin dall’inizio, Zuckerberg ha detto che il metaverso è una scommessa di lungo periodo. Un orizzonte che gli è poco familiare, e in cui non siamo abituati a vederlo muoversi. Il suo motto “Move fast and break things” è stato reinterpretato per Meta in “Move fast with stable infrastructure”, che di sicuro è meno musicale ma che lascia intendere una maggiore maturità. Costruire una nuova realtà richiede pensiero e non solo capacità di reazione: forse Mark ha imparato la lezione da Facebook? Forse siamo anche noi, innamorati del “move fast” a non doverci aspettare una notizia ogni mese: alla meta si arriva un passo alla volta.