Il Bernoccolo #168 🎤 Musk e Twitter: chi la spunta?
ilbernoccolo.substack.com
E insomma, ce l’ha fatta. O forse gliel’hanno fatta? Elon Musk, dopo tanti tira e molla, ha finalmente comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. Una cifra che, secondo molti, non sarebbe proprio un affarone. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro, e allora Musk ci si è buttato fino al collo, trasformando l’acquisizione in una sorta di reality su Twitter. O forse sarebbe meglio dire - per chi se lo ricorda - in un celebrity deathmatch a colpi di tweet, con sfidanti come Stephen King e Alexandria Ocasio Cortez. Tanto per cominciare, Musk ha dissolto l’intero board della piattaforma, diventandone CEO e in un certo senso sovrano assoluto. Girano inoltre voci secondo cui si preparerebbe a licenziare la metà dei dipendenti. Ma quello che più preoccupa utenti e inserzionisti è la visione di Musk sulla moderazione dei contenuti, su cui il nuovo padrone dell’uccellino blu sembra avere le idee chiare: ampia libertà e la promessa di riammettere migliaia di account bannati - forse anche quello di Donald Trump, che non a caso mostra di apprezzare la nuova gestione. I suoi sostenitori sono convinti che solo lui possa rilanciare una piattaforma che giudicano morente. I suoi oppositori temono invece che aprirà le porte a estremisti e cospirazionisti. Una paranoia “woke”? Non proprio: anche le aziende infatti tentennano, con IPG Mediabrand che ha consigliato ai suoi clienti di sospendere temporaneamente gli investimenti su Twitter. E poi c’è il tema delle spunte blu, che Musk vorrebbe far pagare otto dollari al mese: sono un sigillo di garanzia o il marchio di un’elite? Insomma, l’uomo che ci aveva convinti ad andare su Marte fatica a convincerci a restare su Twitter.
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Il Bernoccolo #168 🎤 Musk e Twitter: chi la spunta?
E insomma, ce l’ha fatta. O forse gliel’hanno fatta? Elon Musk, dopo tanti tira e molla, ha finalmente comprato Twitter per 44 miliardi di dollari. Una cifra che, secondo molti, non sarebbe proprio un affarone. Ma ormai era tardi per tirarsi indietro, e allora Musk ci si è buttato fino al collo, trasformando l’acquisizione in una sorta di reality su Twitter. O forse sarebbe meglio dire - per chi se lo ricorda - in un celebrity deathmatch a colpi di tweet, con sfidanti come Stephen King e Alexandria Ocasio Cortez. Tanto per cominciare, Musk ha dissolto l’intero board della piattaforma, diventandone CEO e in un certo senso sovrano assoluto. Girano inoltre voci secondo cui si preparerebbe a licenziare la metà dei dipendenti. Ma quello che più preoccupa utenti e inserzionisti è la visione di Musk sulla moderazione dei contenuti, su cui il nuovo padrone dell’uccellino blu sembra avere le idee chiare: ampia libertà e la promessa di riammettere migliaia di account bannati - forse anche quello di Donald Trump, che non a caso mostra di apprezzare la nuova gestione. I suoi sostenitori sono convinti che solo lui possa rilanciare una piattaforma che giudicano morente. I suoi oppositori temono invece che aprirà le porte a estremisti e cospirazionisti. Una paranoia “woke”? Non proprio: anche le aziende infatti tentennano, con IPG Mediabrand che ha consigliato ai suoi clienti di sospendere temporaneamente gli investimenti su Twitter. E poi c’è il tema delle spunte blu, che Musk vorrebbe far pagare otto dollari al mese: sono un sigillo di garanzia o il marchio di un’elite? Insomma, l’uomo che ci aveva convinti ad andare su Marte fatica a convincerci a restare su Twitter.